sabato 19 maggio 2007

PROPOSTE INDECENTI


Apprendo oggi con favore che la nuova formula proposta dall'UIPM ( la corsa intervallata con il tiro da svolgere in una prova unica ) va perdendo sempre più consensi in campo internazionale. A dire la verità non ho mai creduto che questa proposta sarebbe stata adottata per sostituire la formula attuale di gara, ma pensare di avanzare una soluzione così al fine di risolvere il problema della scarsa diffusione del P.M. dimostra che l'assenza di idee è non solo un male di casa nostra, ma anche dell' Unione Internazionale. In occasione del Meeting di Barcellona, a cui l'Athlion Roma ha partecipato, ho parlato di questa nuova proposta con gli allenatori stranieri riscontrando opinioni nettamente a favore della formula tradizionale di gara; l'obiezione più diffusa era che accogliendo la nuova proposta si sarebbe decretata praticamente la fine del P.M. (già molto snaturato dalle modifiche apportate negli anni 90) a favore della nascita di una nuova disciplina per nulla pertinente con quella modificata.
Proporre questi "Giochi senza frontiere" (che ricorda molto la vecchia formula del "World tour" proposta in passato e fallita in pochissimo tempo) sarebbe stato l'ennesimo buco nell'acqua che il P.M. avrebbe fatto in materia di provvedimenti intenti a risolvere la profonda crisi di notorietà e diffusione di questo Sport.
Ribadisco la mia opinione che il movimento del P.M. deve agire necessariamente, sia nel contesto nazionale con la FIPM che in quello internazionale con l'UIPM, reclutando i giovani direttamente nelle scuole e dando il via ad un progetto univoco, concertato e condiviso che abbia come fine quel processo di informazione e divulgazione dei benefici che la nostra disciplina ha sullo sviluppo e sulla formazione dei giovani. Caratteristiche proprie dello Sport ma quanto mai del P.M. per la sua marcata "multidisciplinarietà".
Ma di tutto questo (e di molto altro) negli organi direttivi neanche l'ombra di un idea.
Per gli approfondimenti sul tema vi invito a collegarvi al sito www.pentathlonmoderno.it nella sezione "ci scrivono" e leggere l'articolo dal titolo "Non solo critiche" pubblicato il 15/05/2007.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi permetto di fare qualche riflessione sulla nuova formula di gara degli Youth A che va sotto il nome di combined event. Un po’ perché da quando è uscita la proposta dalla Unione Internazionale che mi sembra una cosa ben poco originale, o al contrario fin troppo innovativa per il nostro sport. Un po’ perché ho potuto assistere e direttamente partecipare a diverse simulazioni di questa prova. La mia impressione? E’ una cosa carina, ma viene completamente snaturato non solo lo spirito del P.M. ma anche delle singole discipline da cui questo è composto. Mi spiegherò meglio: il tiro, e la corsa, in questa nuova tipologia di gara, vengono come tutti oramai nel nostro ambiente sapranno accomunate “per far risultare il P.M. più spettacolare”. Cosa che direi non è poi così male: infatti, in questo modo la prova risulta gradevole da vedere, soprattutto in presenza di un buon pubblico. Ma purtroppo, le note positive di questa nuova direttiva finiscono qua, almeno per me. Il motivo? Ho fatto caso ultimamente, gareggiando sempre più e avvicinandomi ad obbiettivi che ritengo sempre più significativi, importanti e divertenti (perché lo sport è per principio passione e divertimento, mai scordarselo) come gare internazionali o il possibile podio di una gara nazionale che non c’è più bella soddisfazione, dopo aver finito la gara, o mentre la si fa, di vedere che la si sta facendo bene. Insomma, qual è il motivo per cui la nuova formula non mi piace? E’ proprio a cominciare dal nome stesso “combined event”, evento combinato traducendolo letteralmente, o di combinata se vogliamo aggraziare questo nome, che capiamo subito che non esiste più tiro, o corsa. Ormai è un’unica disciplina. E dov’è il P.M. in questo, visto che oramai abbiamo “quattro” discipline? Ma scansiamo motivazioni puramente formali, e andiamo avanti. Tutti sapremmo dire, dopo aver visto 4-5 gare di pentathlon, chi sono i buoni tiratori, i tiratori fenomenali e quelli un po’ più scarsi. E ora? Prima, in una normale competizione, prendendo la classifica potevo vedere cose come “TAL DEI TALI-185/CAIO 184/TIZIO 182” e ora? Chi mi dice chi è il buon tiratore in questa disciplina? Colui che riesce a buttare giù i bersagli? Quelli con la rosata del 9 e del 7? Ma per piacere! E dov’è il piacere di scoprire di aver fatto un bel 10, o la stupenda mouche? E il piacere di vedere la mia rosata? E soprattutto il buon tiratore è colui che fa meno giri di penalità? Ma non ci sono le condizioni per vederlo! Per assurdo, sparare in questo modo è più semplice che sparare in un poligono, peccato che tutti ne vengano penalizzati:
ma non a livello di punteggio, ma proprio a livello di soddisfazione. Sì, sarà bellissimo fare un “combined event” senza prendere nemmeno una penalità, ma se poi vado in un poligono, saprò fare altrettanto? Saprò sparare bene, e soprattutto, sarò un tiratore? E lo stesso identico discorso vale per la corsa!!! Cosa siamo diventati noi pentatleti? Fondisti, mezzi fondisti, velocisti? No, ormai siamo diventati atleti che compiono un 3000, se tutto va bene, frazionato. Una specie di allenamento. Sì ok lo so benissimo, sto esagerando, ma questa tipologia di gara non mi piace, e più la provo meno mi convince. Tanti mi diranno “Non ti piace magari perché non sei portato per farla” ma fosse solo quello signori miei!! I guai della nuova disciplina incominciano dal riscaldamento: nel regolamento troviamo scritto che abbiamo 30 minuti per scaldarci prima dell’inizio della gara. E quale sarà il migliore riscaldamento? Correre, sparare, fare prima uno e poi l’altro e viceversa?
Il problema è che con la nuova formula non si hanno più punti di riferimento precisi come prima. Chi è che corre forte? L’atleta che fa meno penalità e arriva primo, oppure colui che prende più penalità e dopo una corsa strabiliante arriva dietro all’atleta descritto prima?
Chi è che spara bene? L’atleta che impiega meno tempo a sparare pur accumulando penalità o quello che cerca maggiormente la precisione e perde tempo prezioso per la frazione podistica?
Ma allora bisogna anche cambiare i sistemi delle fasce: come si calcola il punteggio finora basato sul triathlon (nuoto, corsa e tiro)? Insomma, come ho già detto prima, i cambiamenti nel nostro sport ci colpiscono più in negativo che in positivo: è già difficile organizzare una gara di pentathlon con i regolamenti che tutti conosciamo e che abbiamo sperimentato da anni senza incappare in qualche difficoltà a livello di impiantistica o di gestione di gara, figuratevi con la nuova formula che contribuisce ad alzare il livello di difficoltà organizzativa di ogni gara in cui questa nuova tipologia verrà inserita. Per confermare la mia tesi, allego in parte il nuovo regolamento, e potremo notare che avremo bisogno di nuovi bersagli, nuovi posti in cui attuare questa formula, una notevole quantità di giudici rispetto a prima…. Insomma, dovremo ricominciare da capo tutto quanto!
In più, ho scoperto proprio ieri che esiste già una cosa del genere, e si chiama biathlon estivo. E noi pentatleti, che già pratichiamo uno sport originale di per sè per il notevole numero di discipline fatte, dovremmo "copiare" un'altra disciplina, per renderlo più originale?
E sempre ieri sera, attraverso la lettura del regolamento UIPM, vengo a scoprire che i nuovi bersagli che vedremo nel "combined event" non esistono da nessuna parte, ma sono stati commissionati ad un'azienda per fabbricarli. Ecco come complicarsi la vita!


Francesco Giancamilli